Messaggi WhatsApp contestati: come superare il disconoscimento in tribunale?
Occorre considerare che la modifica di uno screenshot di WhatsApp è un’operazione relativamente semplice: con software di editing grafico accessibili a chiunque, è infatti possibile alterare testi, orari e persino aggiungere messaggi mai inviati, senza lasciare tracce evidenti. L’attività diventa ancora più semplice avvalendosi dell’ormai onnipresente intelligenza artificiale.
Quando i messaggi WhatsApp vengono contestati dalla controparte, occorre superare il disconoscimento dimostrando l’autenticità, la provenienza e l’attendibilità dei messaggi attraverso mezzi di prova ulteriori:
– produrre il supporto informatico (smartphone o PC) sul quale è installata l’applicazione WhatsApp nella quale è avvenuto lo scambio di messaggi oggetto dello screenshot prodotto in giudizio (se si cambia lo smartphone occorre avere l’accortezza di fare il backup delle chat WhatsApp e traferire l’app sul nuovo dispositivo);
– depositare una perizia di informatica forense – condotta secondo le relative metodologie – che estragga i dati direttamente dal dispositivo e confermi l’autenticità e la provenienza della chat prodotta;
– acquisire la conferma dell’autore della comunicazione, ad esempio attraverso testimonianze o altri riscontri;
– verificare l’autenticità, il contesto temporale e la riconducibilità all’autore attraverso altri elementi indiziari.
In sostanza, dal punto di vista informatico, gli screenshot rappresentano una forma di prova debole per natura e facilmente contestabile e poter fornire la prova dell’autenticità della riproduzione meccanica nel corso del processo diventa quindi fondamentale per attribuire valore probatorio ai messaggi WhatsApp contestati.
Per questa ragione, quando si ricevono messaggi di conferma, accettazione, riconoscimento di debiti o, comunque, di situazioni giuridicamente rilevanti che potrebbero, un domani, dover essere provati in un giudizio, è necessario adottare degli accorgimenti per preservare la possibilità di contrastare l’eventuale contestazione dello screenshot prodotto: ad esempio,
– conservare la chat (adottando accortezze in caso di cambio di smartphone),
– verificare l’integrità del sistema operativo dello smartphone,
– generare “impronte digitali” crittografiche (hash) dell’intero contenuto della chat e, in caso di consegna del device senza SIM,
– dopo l’estrazione della SIM verificare che i dati sul telefono originale siano ancora disponibili.
Messaggi WhatsApp: come renderli a prova di contestazione
Se la prima mossa sarà, nella maggior parte dei casi, produrre come prova in giudizio lo screenshot del messaggio Whatsapp e sperare che non sia contestato, nei casi in cui il messaggio istantaneo sia la o una delle prove decisive in una controversia di valore elevato, sarà allora opportuno sostenere la spesa per richiedere e utilizzare come prova una perizia predisposta da un esperto di computer forensics (magari iscritto all’albo dei CTU del tribunale avanti al quale si intende agire) che acquisirà copia digitale della memoria del cellulare, firmandola digitalmente.